
ABOUT
Paolo Castellarin è un interior decorator.
Nato a Pordenone nel 1984, vive e lavora tra Milano, Parigi, Venezia e la Val Tidone.
Tutti i suoi progetti sono animati da una vitalità gustosa, una passione per il décor che sfugge a qualsivoglia dettame, alle tendenze dell’abitare, alle tranquille scelte borghesi o a quelle ostentatamente intellettuali.
La sua è una vitalità espressiva che è fantasia; e si sa, la fantasia è nemica della noia.
Paolo Castellarin è un interior decorator.
Nato a Pordenone nel 1984, vive e lavora tra Milano, Parigi, Venezia e la Val Tidone.
Tutti i suoi progetti sono animati da una vitalità gustosa, una passione per il décor che sfugge a qualsivoglia dettame, alle tendenze dell’abitare, alle tranquille scelte borghesi o a quelle ostentatamente intellettuali.
La sua è una vitalità espressiva che è fantasia; e si sa, la fantasia è nemica della noia.
Nipote e bisnipote di mosaicisti, è cresciuto in un ambiente di creatività e operosità.
Ma non solo: la terra carsica friulana lo accomuna a uno degli intellettuali più importanti del Novecento italiano ed europeo, Pier Paolo Pasolini.
La sua bisnonna era la sorella della madre di PPP, l’amatissima Susanna Colussi.
PPP e la nonna di Paolo, cugini diretti, crebbero assieme, nella semplicità e nel decoro.
La carriera di Paolo, con queste premesse, è da osservare come un percorso sui generis, anticonvenzionale. Come lo stile dei suoi progetti.
La sua è una vitalità espressiva che è fantasia; e si sa, la fantasia è nemica della noia.
Alla luce di questa storia, non stupirà scoprire il percorso di Castellarin che, prima e durante gli inizi della sua carriera da interior, ha lavorato come chirurgo orale negli ospedali di Milano.
Una scelta professionale compiuta per passione, non mai per dovere.
Un mestiere che Paolo ha amato molto e che tutt’ora ritiene fondamentale per la sua evoluzione umana.
Ma c’è dell’altro. C’è un bambino delle elementari di Pordenone, con gli occhiali e i capelli biondi, che - come in una fiaba – s’innamora perdutamente. Non di un cucciolo di cane o di un giocattolo raro. Ma bensì delle case di parenti, colleghi e o amici di famiglia, ogni volta che ha l’occasione di visitarle. Oggetti, divani, specchi, lampade a sospensione. Ecco i suoi colpi di fulmine. Paolo s’innamora e si incuriosisce, e annota nella sua testa di bimbo tutti quei dettagli di design che rapiscono la sua immaginazione. Le luci sono le sue preferite: le ama così tanto che inizia, ancora ragazzino, una sua piccola collezione privata. Invece di accumulare Lego o Playmobil, Paolo inizia a collezionare una piccola Flos, un’Artemide, una Stilnovo…
La curiosità diventa passione, e Paolo spesso chiede ai suoi genitori di tornare a giocare in quelle case: non per stare coi suoi amichetti, ma per rivedere certi pezzi di design. Molti dei quali, negli anni, sono diventati “suoi”. Appena ha potuto li ha comprati, e sono tutt’ora parte degli arredi delle sue case, come il tavolo Saarinen e le sedute di Breuer, primissimi acquisti della sua vita da adulto.
La carriera di chirurgo per Castellarin significa mettersi al servizio dell’altro.
Ma anche fare l’interior decorator è, in un certo modo, un “lavorare per gli altri” e in più gli riesce molto bene.
Paolo si accorge che le case che ha arredato – dalla sua prima dimora milanese, minimal e ben educata, a quelle abitate col marito Didier, glossy, bold e incredibilmente libere da un punto di vista creativo-, valgono come un punto di partenza importante per la sua dimensione privata e professionale.
Sono case che, prima in sordina, e poi sempre di più- complici le copertine di importanti riviste e volumi di interior & décor – fanno sì che Paolo riceva richieste da parte di committenti privati: quella che era solo una passione è diventata un nuovo mestiere.
Un passo alla volta, dopo 18 anni di carriera ospedaliera, Paolo capisce che è giunto il momento di dare ascolto al suo primo amore.
Si iscrive al Politecnico di Milano e consegue un master in Design Industriale.
Ecco il risultato.
TESTI: BENEDETTA ROSSI ALBINI